È vero che togliere dalla vista fotografie, quadri e oggetti personali contribuisce a rendere la casa più affascinante per l’acquirente?
Sì, è vero e il motivo lo spiega la scienza.
Quando si vuole vendere casa la prima cosa da fare è cercare di mettere in luce le migliori qualità dell’immobile e far risaltare quelli che sono i pregi che potranno far innamorare l’acquirente e portare dritti al rogito in breve tempo.
La tua casa deve apparire al meglio nelle foto dell’annuncio e anche durante le visite, quando i potenziali clienti verranno a vederla.
Sicuramente se a seguire la tua vendita c’è un professionista qualificato come gli agenti dello staff dell’Immobiliare ARTECASA, ti sarà stato consigliato non solo di mettere in ordine l’immobile e fare spazio, ma anche di togliere possibilmente dalla vista gli oggetti personali che si legano a te e agli altri abitanti della casa, come ad esempio le fotografie.
Si tratta del primo passo per “spersonalizzare” lo spazio. Cosa significa?
La “spersonalizzazione” degli ambienti è uno dei principi cardine dell’home staging, una tecnica di marketing immobiliare che consiste nell’allestire un immobile come se si trattasse di un oggetto in vetrina, per facilitarne la vendita o la locazione.
Usato in America già da vari anni, l’home staging sta prendendo piede anche in Italia ed è effettivamente in grado di accelerare i tempi di vendita.
Secondo questa tecnica eliminare tutti i “segni rivelatori della vita umana” in una casa e sistemarla in modo che si mostri esattamente come potrebbe apparire un ambiente ritratto su una rivista, ha un maggiore impatto sul potenziale acquirente.
Il visitatore infatti, trovandosi in un ambiente che appare come nuovo, riesce con più facilità a immedesimarsi nel contesto.
È stato dimostrato che quando guardiamo un’immagine siamo attratti in maniera innata dai volti.
Ci concentriamo su quelli per motivi profondi, legati a un meccanismo preistorico per cui la sopravvivenza umana dipende dal rilevamento di altri esseri viventi.
Secondo Colin Ellard, neuroscienziato dell’Università di Waterloo che studia l’impatto del design urbano sulla psicologia umana, il nostro cervello per natura si focalizza proprio sulle persone.
Anche vedere oggetti che rimandano a esperienze strettamente personali, come ad esempio un souvenir acquistato durante un viaggio o un diploma di laurea incorniciato, può contribuire a darci un senso di distacco rispetto all’ambiente che stiamo osservando e richiamare invece alla memoria il nostro vissuto.
Se però ci troviamo di fronte a una scena vuota, la nostra mente ha la capacità di darci un senso di appartenenza allo spazio stesso e di “proiettarci” nell’immagine.
Ed ecco che diventa facile calarsi nel contesto e immaginare come sarebbe quello stesso ambiente se lo potessimo modificare con la nostra presenza.
Come vedi i meccanismi che entrano in gioco durante la vendita di un immobile sono i più vari e curiosi, perciò lascia che le emozioni ti aiutino a realizzare il tuo progetto e segui i consigli del tuo agente per preparare tutto in modo corretto e professionale.
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